Nel 1988 fu varata una legge, la 426, che all'art. 5 prevedeva l'istituzione nella scuola di figure professionali con compiti speciali: una di queste
era l'operatore tecnologico, il cui compito
era quello di gestire e promuovere la tecnologia educativa.
Alcuni degli insegnanti utilizzati come operatori tecnologici avevano
gia' sperimentato in ambito scolastico la tecnologia educativa; soprattutto tra questi si
e' selezionato un gruppo di persone che ha interpretato la figura professionale in modo da contribuire notevolmente alla diffusione nel sistema scolastico italiano di processi significativi di innovazione metodologica.
Su questa figura professionale, la sua attuazione e i suoi possibili sviluppi, si
e' molto discusso e si sta ancora discutendo. La riflessione va naturalmente anche estesa, ai fini della valutazione dei risultati, a tutti i casi in cui sono sperimentati utilizzi di personale dedicato all'esclusivo compito di gestire esperienze
tecnologico/educative, tra queste l'esperienza Multilab.
In ogni caso tutte le esperienze positive, e soprattutto la
complessita' crescente della gestione dei sistemi informatici e la rilevanza che la tecnologia educativa ha assunto, rendono inevitabile l'impiego di insegnanti esclusivamente dedicati a questo compito. D'altra parte chiunque, per ragioni diverse si sia trovato a dover gestire contemporaneamente la classe e complessi apparati tecnologici, ha avuto modo di constatare la sostanziale
impossibilita' di far coesistere una riflessione metodologica seria sull'uso dei mezzi con la didattica quotidiana.
Esperienze internazionali di figure analoghe ci sono in vari Paesi del mondo, in particolare, nel mondo anglosassone, e segnatamente negli Stati Uniti, si
e' configurata una posizione professionale simile all'operatore tecnologico italiano.
In Italia un gruppo di lavoro interIRRSAE, che comprendeva 10 istituti, coordinato dall'IRRSAE Calabria ha lavorato per un anno e mezzo alla definizione di una figura di sistema denominata
"Tecnologo Didattico".
