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TECNOLOGIA E INFORMATICA - LEGGE 133/08

di Lucia Furlanetto

I provvedimenti attuativi dell'art. 64 della legge 133/08 hanno riproposto nella scuola media l’ipotesi della riduzione dell’orario di insegnamento e quindi del “peso” nel curricolo della Tecnologia.
Questo ridimensionamento non può trovare alcuna giustificazione nel quadro del percorso formativo degli alunni, a partire dalla ovvia considerazione che il dominio della tecnologia e della tecnologia dell’informazione e della comunicazione nella nostra società richiede che la scuola non trascuri assolutamente l’esplorazione e l’interpretazione del mondo fatto dall’uomo e la cultura tecnologica, da cui non può oggi prescindere nessun modello didattico.
Il mondo dell’artificiale - fisico e virtuale, oggetto di studio della tecnologia in senso lato e della tecnologia informatica - è alla base della maggior parte delle nostre esperienze e questo richiede da parte degli studenti capacità di lettura, consapevolezza, competenze specifiche anche complesse che hanno bisogno nella scuola di un ambito disciplinare specifico, di tempi adeguati, di spazi laboratoriali attrezzati, di sperimentazione.
La tecnologia deve riacquistare autonomia e dignità culturale; si dovrebbe tener conto del percorso di ricerca e formazione che i docenti di educazione tecnica hanno compiuto in questi anni; le famiglie dovrebbero continuare ad avere dalla scuola un insegnamento capace di orientare i loro ragazzi in questioni di grande importanza nel contesto sociale (basti pensare al grande tema dell’energia, oggi centrale nello studio della tecnologia; o alla complessità degli strumenti di Internet, di fronte ai quali le famiglie sono spesso in difficoltà ed hanno bisogno di un autorevole supporto professionale capace di dare contemporaneamente informazioni tecniche e indirizzi educativi).
In questo senso si collocano del resto i contenuti e gli obiettivi di apprendimento previsti per l’area tecnologica dalle “Indicazioni per il curricolo” (non ancora sostituite da nuovi indirizzi strategici) e difficilmente pensabili in moduli orari ulteriormente impoveriti; in questo senso vanno anche i recenti investimenti del Ministero, relativi alla diffusione delle lavagne multimediali, alle valutazioni online ecc.
Il tempo scuola non può essere una variabile dipendente esclusivamente dal risparmio che si vuole ottenere. Dovrebbero essere cercati tutti i possibili strumenti per mantenere l’attuale offerta formativa delle scuole, oggi ricca di progetti e percorsi in ambito tecnologico e informatico.

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