I
provvedimenti attuativi dell'art. 64 della legge 133/08
hanno riproposto nella scuola media l’ipotesi della
riduzione dell’orario di insegnamento e quindi del
“peso” nel curricolo della Tecnologia.
Questo ridimensionamento non può trovare alcuna giustificazione
nel quadro del percorso formativo degli alunni, a partire
dalla ovvia considerazione che il dominio della tecnologia e
della tecnologia dell’informazione e della comunicazione
nella nostra società richiede che la scuola non trascuri
assolutamente l’esplorazione e l’interpretazione del
mondo fatto dall’uomo e la cultura tecnologica, da cui non
può oggi prescindere nessun modello didattico.
Il mondo dell’artificiale - fisico e virtuale, oggetto di
studio della tecnologia in senso lato e della tecnologia
informatica - è alla base della maggior parte delle nostre
esperienze e questo richiede da parte degli studenti capacità
di lettura, consapevolezza, competenze specifiche anche
complesse che hanno bisogno nella scuola di un ambito
disciplinare specifico, di tempi adeguati, di spazi
laboratoriali attrezzati, di sperimentazione.
La tecnologia deve riacquistare autonomia e dignità
culturale; si dovrebbe tener conto del percorso di ricerca
e formazione che i docenti di educazione tecnica hanno
compiuto in questi anni; le famiglie dovrebbero
continuare ad avere dalla scuola un insegnamento capace di
orientare i loro ragazzi in questioni di grande importanza
nel contesto sociale (basti pensare al grande tema
dell’energia, oggi centrale nello studio della tecnologia;
o alla complessità degli strumenti di Internet, di fronte
ai quali le famiglie sono spesso in difficoltà ed hanno
bisogno di un autorevole supporto professionale capace di
dare contemporaneamente informazioni tecniche e indirizzi
educativi).
In questo senso si collocano del resto i contenuti e gli
obiettivi di apprendimento previsti per l’area tecnologica
dalle “Indicazioni per il curricolo” (non ancora
sostituite da nuovi indirizzi strategici) e difficilmente
pensabili in moduli orari ulteriormente impoveriti; in
questo senso vanno anche i recenti investimenti del
Ministero, relativi alla diffusione delle lavagne
multimediali, alle valutazioni online ecc.
Il tempo scuola non può essere una variabile dipendente
esclusivamente dal risparmio che si vuole ottenere. Dovrebbero essere cercati tutti i
possibili strumenti per mantenere l’attuale offerta
formativa delle scuole, oggi ricca di progetti e percorsi in
ambito tecnologico e informatico.